mercoledì 2 dicembre 2009

Silvio, l'Italia e i finti luoghi comuni


Parliamo di una cosa che mi sta a cuore: la politica. Perchè non se ne può non parlare, non si può non essere informati e dire 'mah sì, tanto non cambia niente'. Non voglio avere a fare con queste persone.
Penso di avere, tra i ragazzi della mia generazione, le idee abbastanza chiare e di essere, anche per l'aria respirata in famiglia - campo di rendita da non so quanto - ben informata.
Cerco di ascoltare un pò tutte le campane sì, anche perchè mi piace sentire cos'hanno da dire dall'altra parte, perlomeno per non farmi trovare impreparata.
A volte giudico le mie idee troppo elementari, manichee nella loro divisione così semplicistica e le tengo per me.
Poi mi capita di leggere uno dei miei giornalisti preferiti, o meglio, che più ammiro per logica e lucidità, e mi consolo: la pensiamo allo stesso modo.
Così ecco, ecco che nel '94, a sedici anni, avevo capito che Berlusconi scendeva in campo per i suoi interessi, e mai e poi mai mi sarei sognata di votarlo. Oggi sento cinquantenni, sessantenni che dicono 'io lo votavo, ma ora non più'. E prima perchè l'avete fatto?
Forse perchè gli italiani non sono brava gente. Sono addormentati, fondamentalmente stupidi e creduloni. Altro che poeti e navigatori. Se hanno la fortuna di essere proclamati santi, si salvano il culo anche stavolta.
E non ci si rende conto di come siamo visti all'estero, poco considerati (si pensi al caso di Mr. Pesc, per dirne una) e di come siamo poco attraenti per chi, dall'estero, vorrebbe investire con noi e su di noi.
Certo, potremmo puntare tutto sulla cultura, il nostro cavallo di battaglia ed ex ciliegina sulla torta ma nemmeno questo ci riesce di fare.
E la colpa non è nemmeno tutta di Delbert Grady (chi non ha visto Shining?) - il caro, pacatissimo poeta Bondi, forse il peggiore ministro della Cultura che la storia ricordi- ma proprio del paese Italia che non utilizza quello che la Storia molto generosamente le ha regalato.
E' un paese corrotto, legato troppo alla cultura dell'automobile, alle veline, alla tivvù, alle tette e ai culi, alle cose firmate, al taglio all'ultima moda, al calcio, a mammà, al cazzo di telefonino.
Ce ne freghiamo della ricerca, non leggiamo, non capiamo una mazza di come ci stanno fregando sotto tutti i punti di vista, di quello che ci propinamo come fosse creme bruleè e invece è semplicemente merda.
Siamo un paese vecchio e ignorante. Ecco cosa siamo. Non c'è bastato un dittatore.
Morto un dittatore, se ne fa un altro.

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